domenica 10 gennaio 2016

L'autostima può crescere se si va a cavallo

Come già citato nel post precedente praticare equitazione esercita un forte potere nell'accrescere l'autostima delle persone. Ora qui sotto vi propongo un articolo scritto da Roberto Lambruschi (sempre modificato da me) che spiega in maniera esaustiva sia cosa si intende per autostima ,sia le modalità e le motivazioni che la fanno aumentare nei soggetti che praticano questo tipo di sport.

Articolo di Roberto Lambruschi

Quello dell’autostima personale è un tema particolarmente importante che tocca sfere trasversali dell’essere e del vivere quotidiano, che definisce –nel bene e nel male- molti funzionamenti, comportamenti ed abilità di tutti noi nell’interazione sociale.
E’ un aspetto della personalità che determina il livello di benessere vissuto dal singolo e la sua efficacia espressa nella quotidianità.
Si tratta di un elemento della soggettività umana che determina la personalità di un individuo, spesso plasmandone il carattere e le abitudini comportamentali attraverso condizionamenti dettati dalle interazioni umane, familiari e dalle esperienze vissute.

Ma come possiamo definire l’autostima?

E’ la stima che ognuno ha di se stesso, il valore che ci si attribuisce nell’affrontare la quotidianità. E’ una sorta di rapporto tra “chi sono realmente” e “chi vorrei essere” per sentirmi più efficace nel vivere il presente e le relazioni personali nelle più disparate sue sfaccettature in modo armonico. In sintesi, è quel sentirsi la persona giusta al posto giusto.
E’ facile comprendere che l’autostima è un elemento fondamentale del nostro IO e del nostro benessere, la discriminante che migliora o ostacola una performance, che avvicina o allontana il raggiungimento di un obiettivo, che ci fa sentire più o meno apprezzati, sicuri e fiduciosi in noi stessi.

Si tratta certamente di una condizione “dinamica”, ovvero non definitiva, tantomeno un’etichetta da portare con se per tutta la vita; è un “valore” che è sintesi tra genetica e fenotipo, ovvero interazione con l’ambiente circostante, una percezione personale che può venire modificata attraverso un lavoro sul proprio IO, magari attraverso la facilitazione di un supporto psicologico.
Come accennato sopra, l’autostima si costruisce sin dalla fanciullezza: una maturazione armonica del proprio essere ed una definizione oggettiva del proprio personale valore parte proprio dalla più tenera delle età, sostenuta dalle relazioni affettive della famiglia e dei genitori in particolare, ma anche dalle esperienze – i cosiddetti “vissuti”- che dovrebbero mirare a sviluppare efficacia personale ed una certa iniziativa nella sperimentazione proattiva ed emozionale.

Equitazione e autostima

Quando il cavallo incentiva l’autostima

Il cavallo è un essere vivente che racchiude in se una serie di simboli, immagini ed aspettative che da sempre smuovono intense emozioni in chiunque lo avvicina.
E un animale grande, che incute timore e, nello stesso tempo, attrae. La sua presenza induce ad un intimo confronto tra istintualità e ragione in chi lo approccia: inizialmente innesca quel senso di “vorrei ma non posso” che nel tempo -e con opportune esercitazioni mediate da facilitatori atti a sviluppare un vissuto esperenziale positivo ed efficace- evolve in “posso perché voglio”.
Il confronto e la relazione con il cavallo invita la persona che manifesta problemi di autostima ad un lavoro di introspezione ed al raggiungimento di una sicurezza nel gestire le differenti situazioni proposte in un clima informale, estremamente motivante e piacevole: la migliore pre-condizione per lavorare sulla costruzione di una personalità più solida attraverso l’interazione con un essere vivente non giudicante che, una volta compreso nei suoi codici comunicativi e reazioni naturali, diventa un importante facilitatore e stimolo per imparare a guardarsi dentro ed a credere maggiormente in se stessi.

Affinché tutti questi aspetti si possano realizzare è determinante che l’incontro con il cavallo sia motivante per la persona. Dopo la fase della conoscenza a terra del cavallo “equitazione e autostima” possono procedere ancor più sinergicamente: l’essere in sella ad un grande ed imponente animale quale il cavallo richiama un senso di autorità, magnificenza e libertà, andando a smuovere sentimenti di autostima ed efficacia personale che certamente contribuiscono a migliorare la percezione del nostro IO.
Guidare un cavallo significa essere chiamati a ragionare a misura dell’altro, a prendere delle decisioni per il bene di entrambi, a dover imparare a gestire gli imprevisti decodificando le reazioni animali, spesso anticipandole.
Montare in sella significa guardare il mondo da un’altra prospettiva -dall’alto verso il basso- e questo non è riferito alla comune interpretazione freudiana del Super-Io: è una lettura in chiave più completa e concreta, quella del ricercare la realtà delle cose da un altro punto di vista, spogliandosi dei propri timori ed incertezze, quella opportunità che permetterà –una volta a terra- di vedersi proiettati nel nostro stesso mondo nuovo, vissuto però da un’altra prospettiva e con strumenti dell’interiorità certamente più strutturati per affrontare la realtà.
Si tratta di un percorso probabilmente lungo, fatto di fermate e ripartenze, ove si insinuano con una certa regolarità i dubbi nella persona di non essere all’altezza della situazione.



Mio commento

Per il bambino dunque è di fondamentale importanza il fatto di riuscire anche solo a montare in sella perché per molti soggetti significa essere stati capaci di affrontare una paura, un timore iniziale dovuto alla stazza dell'animale per esempio. Saper gestire in autonomia una situazione che per lui era potenzialmente difficile da affrontare ; il fatto di essere e sentirsi "superiori" rispetto alla normale quotidianità gli fa crescere un  nuovo senso di rispetto verso se stesso, di sentirsi capace di poter affrontare situazioni nuove grazie a questo nuovo stimolo. Con l'andare del tempo questa percezione crescerà tanto da essere utilizzata anche per la vita di tutti i giorni. Pensiamo ad un bambino che ha difficoltà nel gestire situazioni a lui estranee per esempio all'interno dell'ambito scolastico, ora potrebbe riuscire nel suo intento perché prende come esempio positivo, di riuscita personale il fatto di essere riuscito da solo a galoppare con il cavallo. Tutto questo meccanismo quindi assume una forte valenza educativa che consiste nell'aver saputo rispondere in maniera adeguata ad una paura scoprendo di possedere capacità mai svelate prima perché magari non opportunamente sollecitate nel modo e nel contesto più adeguato.  


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