mercoledì 20 gennaio 2016

La mediazione equestre e il mediatore

La mediazione equestre

Grazie ai principi che fondano la Mediazione Equestre è possibile promuovere occasioni di maturazione personale, di confronto con “l’altro”, di conoscenza ed accettazione “del diverso” attraverso un essere vivente dalla forte polarizzazione affettiva e che richiama ad intime pulsioni emozionali e propositive.
L’animale e la relazione con esso possono così divenire un importante occasione di presa di coscienza identitaria, ma soprattutto un ponte di contatto tra le diversità per lo sviluppo di concreti processi inclusivi.
La mediazione equestre è un tipo di intervento educativo, dove l’aspetto relazionale, il contesto del gruppo e l'utilizzo del cavallo divengono i mezzi fondamentali per l’ottenimento di importanti risultati sul fronte referenziale, ovvero dei cambiamenti che possono determinarsi nell’interscambio binario uomo – animale per mezzo dell’apporto di un traduttore –il Mediatore, appunto- che ha il compito di proporre attività “a terra” basate sull’intenzionalità educativa per la crescita dei giovani coinvolti nelle esercitazioni o laboratori didattici all’aria aperta.
L’aspetto interessante e allo stesso tempo sorprendente della Mediazione Equestre è l’adattabilità alle differenti tipologie di possibili fruitori.




La Mediazione Equestre, proprio perché lontana da una concezione rieducativa in senso classico, permette l’ottenimento di apprezzabili risultati solo se vengono mantenute le apparenze ludico-ricreative e se viene promossa in un ambiente disteso, informale e non rigido, fatto di obiettivi, metodologie appropriate e verifiche periodiche.
Creare le condizioni attraverso le quali questa proposta possa divenire un momento ludico di conoscenza è alla base dell’intervento stesso in quanto il “gioco” e la simulazione sono fondamentali per l’uomo, a maggiore ragione per i più giovani.
La finalità ultima di un intervento di Mediazione Equestre è sempre quello di accompagnare al “divenire adulti”, di generalizzare competenze, di acquisire abitudini sociali plastiche ed adattabili ai continui cambiamenti della nostra Società.
Non si vuole pretendere di inventare nuovi ambiti di intervento, o di proporre nuove tecniche rivoluzionarie. Si ha la semplice aspettativa di fornire occasioni positive per la costruzione dell’adulto del domani attraverso un contesto di educazione informale e per mezzo di un essere vivente dalla forte polarizzazione affettiva ed empatica.

Il mediatore

La figura di Mediatore Equestre è rivolto a tutti gli amanti dei cavalli e degli animali in genere, con una naturale predisposizione all’Educazione ed al contatto con i più giovani (soprattutto coloro a rischio di esclusione), che credono nel valore beneficiale della Relazione Uomo-Animale in chiave puramente educativa ed esperenziale.
Non è necessario saper montare a cavallo per partecipare a questi moduli formativi perchè l’obiettivo è quello di promuovere l’avvicinamento e la gestione dell’animale nelle cosiddette “attività a terra” su specifici progetti educativi.
I temi dei due differenti moduli sono relativi al mondo delle diverse abilità e dell’intercultura, per l’acquisizione di specifiche competenze teoriche e pratiche.
Per sensibilizzazione “Sociale” si intende la promozione di attività di mediazione equestre con particolare attenzione verso le diverse abilità e l’inclusione dei soggetti deboli all’interno di piccoli gruppi di compagni normodotati, per sostenere attraverso il Cavallo l’immagine positiva delle persone disabili.
La sensibilizzazione al' “Intercultura" parte dallo spunto verso le diversità etniche, religiose o culturali, attraverso la promozione di laboratori didattici ed esperienze a tema equestre finalizzate alla compensine del valore dell’accoglienza e dell’accettazione, per vivere la presenza dei “nuovi immigrati” o delle cosiddette “seconde generazioni” come occasione di crescita personale e sociale.


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