La progettualità, l’organizzazione di situazioni di apprendimento attivo, divertente che coinvolge una pluralità di soggetti e di stimoli, può portare gli utenti a scoprire le proprie abilità. Il rafforzamento della percezione di autoefficacia spinge l’individuo a non indulgere nell'agire alle diffrenti situazioni che gli si propongono.
Gli psicologi, educatori, pedagogisti condividono l’idea che il rapporto uomo – animale possa giovare nel determinare effetti positivi sia sulla salute, sia sull’equilibrio psico – fisico dell’uomo, a maggior ragione nei soggetti in età evolutiva.
Il coinvolgimento in attività inerenti rappresenta una valida risorsa e può essere proposta quando i bisogni educativi prevalenti sono determinati da:
Area Motoria
Avviene la stimolazione della motricità globale, fine, consapevolezza della propria corporeità e del proprio confine spaziale e di orientamento nello spazio.
Dal punto di vista motorio la conduzione del cavallo, oltre a favorire la scioltezza, la coordinazione e la lateralizzazione dei movimenti, stimola il giovane a migliorare i tempi di attenzione e di reazione motoria agli stimoli, oltre a rafforzare globalmente il tono muscolare stesso nonché la postura.
L’uso consapevole della forza fisica e la sua regolazione in base alle esigenze comprendendo che il suo abuso porta a reazioni indesiderate nell’altro come nella vita quotidiana.
L’orientamento nello spazio viene stimolato tramite gli esercizi di conduzione e tramite l’esecuzione delle figure di maneggio più evolute (circoli, volte e mezze volte, slalom, diagonali, tagliate longitudinali e trasversali e così via).
Area affettivo – relazionale
Vengono stimolate l’autostima, le competenze relazionali e comunicative,l' interesse e la motivazione, le modalità e contenuti della comunicazione verbale e non verbale.
Dal punto di vista delle competenze relazionali in un’attività educativa con il cavallo si viene a creare tra il bambino e l’animale uno scambio reciproco, fatto di emozioni, stimoli tali da cerare un canale d’accesso facilitato all’emotività dei soggetti in condizione di svantaggio; l’elemento fondamentale infatti è la gestione del contatto fisico. La sensazione tattile conduce ad una presa di coscienza della propria corporeità ed alla strutturazione di una maggiore consapevolezza del sé, che sopperisce ad una mancanza di stimoli corporei e tattili nell’infanzia.
La soddisfazione del bisogno di contatto ed affettività, alla base delle difficoltà relazionali, crea le condizioni di un maggior equilibrio psico – fisico. Nell’esperienza educativa equestre si è notato come bambini soggetti a traumi emotivi, che presentano condotte determinate da ripiego difensivo e ritiro, come anche incapacità o disinteresse nell’instaurazione di legami con l’altro, possono iniziare a interessarsi e motivarsi alla relazione dapprima con gli animali per poi trasferire questa spinta verso gli esseri umani.
Il canale comunicativo preferenziale per entrare in contatto con l’animale passa le barriere verbali, e si focalizza sul non-verbale e sull’interazione diretta: il bambino deve comunicare efficacemente con il corpo per farsi comprendere dall’animale utilizzando un codice comunicativo specifico e da apprendere completamente, senza che i genitori, gli insegnanti e gli educatori possano sostituirlo.
Quando questa capacità sarà interiorizzata il bambino avrà soddisfatto il suo bisogno comunicativo e avrà stabilito un evoluzione nella sua competenza ed efficacia relazionale, che potrà progressivamente esercitare nelle relazioni tra pari.
Area delle autonomie personali
Cura del sé e dell’altro, responsabilizzazione, rispetto delle regole, autoefficacia.
Per quanto riguarda l’area delle autonomie personali l’accudimento stesso dell’animale, realizzato tramite le attività a terra di grooming, pulizia del cavallo e del box determinano una motivazione alla responsabilizzazione del sé verso l’altro e inducono il bambino a compiere spontaneamente operazioni indispensabili alla quotidiana cura del sé, vivendole con piacere e soddisfazione perché legate all’affettività riscoperta nell’animale.
La capacità di interagire e controllare un animale dalla mole così grande ma bisognoso, la capacità di prendersene cura, nutrirlo, guidarlo, pulirlo, imparare progressivamente a muoversi in scuderia utilizzando in modo pertinente tutti gli attrezzi e gli strumenti necessari alla gestione dell’animale alimentano l’autostima e la percezione di autoefficacia, costruendo un immagine valida e positiva di sé.
Area Cognitivo – Neuropsicologica
Problem solving, concentrazione, attenzione, memorizzazione, organizzazione.
Il maneggio è uno spazio che offre molte occasioni di sperimentazione del sé, scoperta, apprendimento di nuove mansioni, operatività, tecniche di esecuzione di compiti specifici.
I giovani con disturbi dell’attenzione, difficoltà di apprendimento, di concentrazione possono migliorare i propri processi cognitivi grazie alla capacità del contesto e dell’animale di stimolare l’attenzione e la capacità di concentrazione. Durante le riprese è inoltre richiesto al cavaliere di memorizzare percorsi a difficoltà graduale e imparare sequenze di esercizi a cavallo, nonché comandi precisi e coordinati da impartire al cavallo, organizzando simultaneamente gli “aiuti” e la conduzione del cavallo nel percorso stesso. L’accordanza richiesta di azioni ordinate e organizzate, tempestive e funzionali risulta un esercizio di strutturazione del pensiero e dell’organizzazione mentale importante .
Per quanto riguarda il problem solving il cavallo essendo comunque un animale talvolta imprevedibile, crea per sua natura situazioni di criticità e messa alla prova delle competenze del suo cavaliere. Il minore sarà quindi protagonista della ricerca tempestiva di soluzioni, strategie comunicativamente efficaci con il suo cavallo di ripristino delle condizioni di lavoro ottimali e di ottenimento del risultato desiderato.
Un aspetto importate da tenere in considerazione per comprendere l’efficacia dell’attività educativa equestre è la dimensione ludica, il gioco, il divertimento.
Il coinvolgimento in attività inerenti rappresenta una valida risorsa e può essere proposta quando i bisogni educativi prevalenti sono determinati da:
- ricerca di un maggior grado di maturazione di condotte adeguate nel rapporto con l’altro o con i diversi ambienti.
- Ricerca di un’evoluzione delle autonomie personali.
Area Motoria
Avviene la stimolazione della motricità globale, fine, consapevolezza della propria corporeità e del proprio confine spaziale e di orientamento nello spazio.
Dal punto di vista motorio la conduzione del cavallo, oltre a favorire la scioltezza, la coordinazione e la lateralizzazione dei movimenti, stimola il giovane a migliorare i tempi di attenzione e di reazione motoria agli stimoli, oltre a rafforzare globalmente il tono muscolare stesso nonché la postura.
L’uso consapevole della forza fisica e la sua regolazione in base alle esigenze comprendendo che il suo abuso porta a reazioni indesiderate nell’altro come nella vita quotidiana.
L’orientamento nello spazio viene stimolato tramite gli esercizi di conduzione e tramite l’esecuzione delle figure di maneggio più evolute (circoli, volte e mezze volte, slalom, diagonali, tagliate longitudinali e trasversali e così via).
Area affettivo – relazionale
Vengono stimolate l’autostima, le competenze relazionali e comunicative,l' interesse e la motivazione, le modalità e contenuti della comunicazione verbale e non verbale.
Dal punto di vista delle competenze relazionali in un’attività educativa con il cavallo si viene a creare tra il bambino e l’animale uno scambio reciproco, fatto di emozioni, stimoli tali da cerare un canale d’accesso facilitato all’emotività dei soggetti in condizione di svantaggio; l’elemento fondamentale infatti è la gestione del contatto fisico. La sensazione tattile conduce ad una presa di coscienza della propria corporeità ed alla strutturazione di una maggiore consapevolezza del sé, che sopperisce ad una mancanza di stimoli corporei e tattili nell’infanzia.
La soddisfazione del bisogno di contatto ed affettività, alla base delle difficoltà relazionali, crea le condizioni di un maggior equilibrio psico – fisico. Nell’esperienza educativa equestre si è notato come bambini soggetti a traumi emotivi, che presentano condotte determinate da ripiego difensivo e ritiro, come anche incapacità o disinteresse nell’instaurazione di legami con l’altro, possono iniziare a interessarsi e motivarsi alla relazione dapprima con gli animali per poi trasferire questa spinta verso gli esseri umani.
Il canale comunicativo preferenziale per entrare in contatto con l’animale passa le barriere verbali, e si focalizza sul non-verbale e sull’interazione diretta: il bambino deve comunicare efficacemente con il corpo per farsi comprendere dall’animale utilizzando un codice comunicativo specifico e da apprendere completamente, senza che i genitori, gli insegnanti e gli educatori possano sostituirlo.
Quando questa capacità sarà interiorizzata il bambino avrà soddisfatto il suo bisogno comunicativo e avrà stabilito un evoluzione nella sua competenza ed efficacia relazionale, che potrà progressivamente esercitare nelle relazioni tra pari.
Area delle autonomie personali
Cura del sé e dell’altro, responsabilizzazione, rispetto delle regole, autoefficacia.
Per quanto riguarda l’area delle autonomie personali l’accudimento stesso dell’animale, realizzato tramite le attività a terra di grooming, pulizia del cavallo e del box determinano una motivazione alla responsabilizzazione del sé verso l’altro e inducono il bambino a compiere spontaneamente operazioni indispensabili alla quotidiana cura del sé, vivendole con piacere e soddisfazione perché legate all’affettività riscoperta nell’animale.
La capacità di interagire e controllare un animale dalla mole così grande ma bisognoso, la capacità di prendersene cura, nutrirlo, guidarlo, pulirlo, imparare progressivamente a muoversi in scuderia utilizzando in modo pertinente tutti gli attrezzi e gli strumenti necessari alla gestione dell’animale alimentano l’autostima e la percezione di autoefficacia, costruendo un immagine valida e positiva di sé.
Area Cognitivo – Neuropsicologica
Problem solving, concentrazione, attenzione, memorizzazione, organizzazione.
Il maneggio è uno spazio che offre molte occasioni di sperimentazione del sé, scoperta, apprendimento di nuove mansioni, operatività, tecniche di esecuzione di compiti specifici.
I giovani con disturbi dell’attenzione, difficoltà di apprendimento, di concentrazione possono migliorare i propri processi cognitivi grazie alla capacità del contesto e dell’animale di stimolare l’attenzione e la capacità di concentrazione. Durante le riprese è inoltre richiesto al cavaliere di memorizzare percorsi a difficoltà graduale e imparare sequenze di esercizi a cavallo, nonché comandi precisi e coordinati da impartire al cavallo, organizzando simultaneamente gli “aiuti” e la conduzione del cavallo nel percorso stesso. L’accordanza richiesta di azioni ordinate e organizzate, tempestive e funzionali risulta un esercizio di strutturazione del pensiero e dell’organizzazione mentale importante .
Per quanto riguarda il problem solving il cavallo essendo comunque un animale talvolta imprevedibile, crea per sua natura situazioni di criticità e messa alla prova delle competenze del suo cavaliere. Il minore sarà quindi protagonista della ricerca tempestiva di soluzioni, strategie comunicativamente efficaci con il suo cavallo di ripristino delle condizioni di lavoro ottimali e di ottenimento del risultato desiderato.
Un aspetto importate da tenere in considerazione per comprendere l’efficacia dell’attività educativa equestre è la dimensione ludica, il gioco, il divertimento.
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