giovedì 28 gennaio 2016

Il cavallo è una grande risorsa educativa tutta da scoprire


La progettualità, l’organizzazione di situazioni di apprendimento attivo, divertente che coinvolge una pluralità di soggetti e di stimoli, può portare gli utenti a scoprire le proprie abilità. Il rafforzamento della percezione di autoefficacia spinge l’individuo a non indulgere nell'agire alle diffrenti situazioni che gli si propongono.
Gli psicologi, educatori, pedagogisti condividono l’idea che il rapporto uomo – animale possa giovare nel determinare effetti positivi sia sulla salute, sia sull’equilibrio psico – fisico dell’uomo, a maggior ragione nei soggetti in età evolutiva.
Il coinvolgimento in attività inerenti rappresenta una valida risorsa e può essere proposta quando i bisogni educativi prevalenti sono determinati da:
  1. ricerca di un maggior grado di maturazione di condotte adeguate nel rapporto con l’altro o con i diversi ambienti.
  2. Ricerca di un’evoluzione delle autonomie personali.
Durante l’esperienza di attività equestre vengono coinvolti molteplici aspetti:

Area Motoria
Avviene la stimolazione della motricità globale, fine, consapevolezza della propria corporeità e del proprio confine spaziale e di orientamento nello spazio.
Dal punto di vista motorio la conduzione del cavallo, oltre a favorire la scioltezza, la coordinazione e la lateralizzazione dei movimenti, stimola il giovane a migliorare i tempi di attenzione e di reazione motoria agli stimoli, oltre a rafforzare globalmente il tono muscolare stesso nonché la postura.
L’uso consapevole della forza fisica e la sua regolazione in base alle esigenze comprendendo che il suo abuso porta a reazioni indesiderate nell’altro come nella vita quotidiana.

mercoledì 20 gennaio 2016

La mediazione equestre e il mediatore

La mediazione equestre

Grazie ai principi che fondano la Mediazione Equestre è possibile promuovere occasioni di maturazione personale, di confronto con “l’altro”, di conoscenza ed accettazione “del diverso” attraverso un essere vivente dalla forte polarizzazione affettiva e che richiama ad intime pulsioni emozionali e propositive.
L’animale e la relazione con esso possono così divenire un importante occasione di presa di coscienza identitaria, ma soprattutto un ponte di contatto tra le diversità per lo sviluppo di concreti processi inclusivi.
La mediazione equestre è un tipo di intervento educativo, dove l’aspetto relazionale, il contesto del gruppo e l'utilizzo del cavallo divengono i mezzi fondamentali per l’ottenimento di importanti risultati sul fronte referenziale, ovvero dei cambiamenti che possono determinarsi nell’interscambio binario uomo – animale per mezzo dell’apporto di un traduttore –il Mediatore, appunto- che ha il compito di proporre attività “a terra” basate sull’intenzionalità educativa per la crescita dei giovani coinvolti nelle esercitazioni o laboratori didattici all’aria aperta.
L’aspetto interessante e allo stesso tempo sorprendente della Mediazione Equestre è l’adattabilità alle differenti tipologie di possibili fruitori.


martedì 12 gennaio 2016

Gli aspetti salutistici e fisiologici di chi pratica lo sport dell' equitazione


L'Equitazione oltre ad essere una grande oppurtunità educativa e ricreativa rappresenta come tutti gli altri sport una pratica molto salutare soprattutto nell' aiutare ad acquisire una corretta postura e una muscolatura ben definita e tonica, tenendo contemporaneamente in allenamento il sistema circolatorio e respiratorio. Erroneamente moltissime persone credono o comunque pensano di sapere che l'equitazione non è uno sport, dato che secondo il loro pensiero "è il cavallo a dover fare tutto non la persona" quindi non si fa fatica ed è facile; non c'è affermazione più sbagliata di questa! Io personalmente ho praticato diversi sport nella mia vita, in particolare per molto tempo ginnastica ritmica, poi per alcuni anni nuoto ed infine 'equitazione. Per queste ragioni mi definivo una persona sana che si tiene in allenamento e abbastanza "resistente", quando però ho iniziato ad andare a cavallo all'età di 16 anni ho fatto una enorme fatica a livello fisico maggiormente le prime volte. Mi ricordo ancora le prime lezioni quando scendevo da cavallo per dirigermi alla macchina che non riuscivo nemmeno a camminare bene dal male che avevo alle gambe, alle braccia, agli addominali, alla schiena ed infine ai glutei. Questa non è solo la mia esperienza personale alla quale potete credere o meno ma ci sono studi medici e scientifici che lo provano. Qui sotto ho menzionato degli articoli che illustrano tutti i benefici dell'andare a cavallo. Uno dei tanti altri motivi per praticare questo bellissimo sport.


ASPETTI FISIOLOGICI DEGLI SPORT EQUESTRI
Nella classificazione fisiologica delle attività  sportive proposta da Dal Monte, gli sport equestri sono inseriti  tra le attività di destrezza in quanto le doti principali per eccellere vengono prevalentemente individuate nel senso dell’equilibrio e nella coordinazione neuromotoria.
Attraverso un addestramento lungo e complesso il cavaliere riesce ad affinare ed esaltare queste doti, trasformando dei movimenti dapprima volontari in automatismi che gli consentono di stare in sella con una certa disinvoltura e di adattarsi alle diverse situazioni dinamiche equestri.
Tuttavia, come si rileva dalla classificazione, l’equitazione è una disciplina nella quale l’impegno muscolare a scopo posturale e direzionale non è trascurabile poiché l’atleta, sia nell’allenamento che nella gara, è sottoposto a sollecitazioni che richiedono una attività muscolare submassimale, intervallata a fasi di più rapide contrazioni muscolari nelle quali l’energia è fornita dalle fonti anaerobiche alattacide.

lunedì 11 gennaio 2016

Cos' é un' ippovia ? Le ippovie in provincia di Padova

Come opportunamente già riferito nella descrizione del blog avrei citato luoghi situati in Veneto dove è possibile trascorrere delle piacevoli ore di svago per tutta la famiglia anche singolarmente o con gli amici a contatto diretto con la natura con l'opportunità di poter anche visitare siti di interesse culturale e faunistico, quindi si possono anche intrattenere delle ore nel dispetto dell'educazione dei bambini all'ambiente, agli animali e nella conoscenza di luoghi storici e culturali. Le ippovie sono quindi un pratico e divertente mezzo di svago ed educazione da percorrere per chi ne ha la possibilità a cavallo ma anche semplicemente in bici e a piedi.

Che cos'è un'ippovia?

L'ippovia è un itinerario percorribile a cavallo, quasi mai asfaltato, che raggiunge e attraversa luoghi naturali come parchi, riserve, boschi, supera colline e valli, costeggia laghi e fiumi, e raggiunge luoghi culturali come aree archeologiche, costruzioni e dimore storiche, borghi.

L'ippovia consente la pratica dell'equiturismo (turismo a cavallo),ma può essere utilizzata anche per la percorrenza a piedi (trekking) o in mountain bike(cicloturismo).

Com’è una Ippovia?
Lungo il percorso vanno previsti Posti tappa, ossia stazioni di sosta attrezzate, possibilmente distanti tra loro non più di 20 -40 km, dove il cavaliere e il cavallo possono trovare assistenza, ristoro e la possibilità di poter pernottare (in foresterie, agriturismo, casolari privati o pubblici rifugi).


domenica 10 gennaio 2016

L'autostima può crescere se si va a cavallo

Come già citato nel post precedente praticare equitazione esercita un forte potere nell'accrescere l'autostima delle persone. Ora qui sotto vi propongo un articolo scritto da Roberto Lambruschi (sempre modificato da me) che spiega in maniera esaustiva sia cosa si intende per autostima ,sia le modalità e le motivazioni che la fanno aumentare nei soggetti che praticano questo tipo di sport.

Articolo di Roberto Lambruschi

Quello dell’autostima personale è un tema particolarmente importante che tocca sfere trasversali dell’essere e del vivere quotidiano, che definisce –nel bene e nel male- molti funzionamenti, comportamenti ed abilità di tutti noi nell’interazione sociale.
E’ un aspetto della personalità che determina il livello di benessere vissuto dal singolo e la sua efficacia espressa nella quotidianità.
Si tratta di un elemento della soggettività umana che determina la personalità di un individuo, spesso plasmandone il carattere e le abitudini comportamentali attraverso condizionamenti dettati dalle interazioni umane, familiari e dalle esperienze vissute.

Ma come possiamo definire l’autostima?

E’ la stima che ognuno ha di se stesso, il valore che ci si attribuisce nell’affrontare la quotidianità. E’ una sorta di rapporto tra “chi sono realmente” e “chi vorrei essere” per sentirmi più efficace nel vivere il presente e le relazioni personali nelle più disparate sue sfaccettature in modo armonico. In sintesi, è quel sentirsi la persona giusta al posto giusto.
E’ facile comprendere che l’autostima è un elemento fondamentale del nostro IO e del nostro benessere, la discriminante che migliora o ostacola una performance, che avvicina o allontana il raggiungimento di un obiettivo, che ci fa sentire più o meno apprezzati, sicuri e fiduciosi in noi stessi.

Si tratta certamente di una condizione “dinamica”, ovvero non definitiva, tantomeno un’etichetta da portare con se per tutta la vita; è un “valore” che è sintesi tra genetica e fenotipo, ovvero interazione con l’ambiente circostante, una percezione personale che può venire modificata attraverso un lavoro sul proprio IO, magari attraverso la facilitazione di un supporto psicologico.
Come accennato sopra, l’autostima si costruisce sin dalla fanciullezza: una maturazione armonica del proprio essere ed una definizione oggettiva del proprio personale valore parte proprio dalla più tenera delle età, sostenuta dalle relazioni affettive della famiglia e dei genitori in particolare, ma anche dalle esperienze – i cosiddetti “vissuti”- che dovrebbero mirare a sviluppare efficacia personale ed una certa iniziativa nella sperimentazione proattiva ed emozionale.

Equitazione e autostima

Quando il cavallo incentiva l’autostima

Il cavallo è un essere vivente che racchiude in se una serie di simboli, immagini ed aspettative che da sempre smuovono intense emozioni in chiunque lo avvicina.
E un animale grande, che incute timore e, nello stesso tempo, attrae. La sua presenza induce ad un intimo confronto tra istintualità e ragione in chi lo approccia: inizialmente innesca quel senso di “vorrei ma non posso” che nel tempo -e con opportune esercitazioni mediate da facilitatori atti a sviluppare un vissuto esperenziale positivo ed efficace- evolve in “posso perché voglio”.
Il confronto e la relazione con il cavallo invita la persona che manifesta problemi di autostima ad un lavoro di introspezione ed al raggiungimento di una sicurezza nel gestire le differenti situazioni proposte in un clima informale, estremamente motivante e piacevole: la migliore pre-condizione per lavorare sulla costruzione di una personalità più solida attraverso l’interazione con un essere vivente non giudicante che, una volta compreso nei suoi codici comunicativi e reazioni naturali, diventa un importante facilitatore e stimolo per imparare a guardarsi dentro ed a credere maggiormente in se stessi.

Affinché tutti questi aspetti si possano realizzare è determinante che l’incontro con il cavallo sia motivante per la persona. Dopo la fase della conoscenza a terra del cavallo “equitazione e autostima” possono procedere ancor più sinergicamente: l’essere in sella ad un grande ed imponente animale quale il cavallo richiama un senso di autorità, magnificenza e libertà, andando a smuovere sentimenti di autostima ed efficacia personale che certamente contribuiscono a migliorare la percezione del nostro IO.
Guidare un cavallo significa essere chiamati a ragionare a misura dell’altro, a prendere delle decisioni per il bene di entrambi, a dover imparare a gestire gli imprevisti decodificando le reazioni animali, spesso anticipandole.
Montare in sella significa guardare il mondo da un’altra prospettiva -dall’alto verso il basso- e questo non è riferito alla comune interpretazione freudiana del Super-Io: è una lettura in chiave più completa e concreta, quella del ricercare la realtà delle cose da un altro punto di vista, spogliandosi dei propri timori ed incertezze, quella opportunità che permetterà –una volta a terra- di vedersi proiettati nel nostro stesso mondo nuovo, vissuto però da un’altra prospettiva e con strumenti dell’interiorità certamente più strutturati per affrontare la realtà.
Si tratta di un percorso probabilmente lungo, fatto di fermate e ripartenze, ove si insinuano con una certa regolarità i dubbi nella persona di non essere all’altezza della situazione.



Mio commento

Per il bambino dunque è di fondamentale importanza il fatto di riuscire anche solo a montare in sella perché per molti soggetti significa essere stati capaci di affrontare una paura, un timore iniziale dovuto alla stazza dell'animale per esempio. Saper gestire in autonomia una situazione che per lui era potenzialmente difficile da affrontare ; il fatto di essere e sentirsi "superiori" rispetto alla normale quotidianità gli fa crescere un  nuovo senso di rispetto verso se stesso, di sentirsi capace di poter affrontare situazioni nuove grazie a questo nuovo stimolo. Con l'andare del tempo questa percezione crescerà tanto da essere utilizzata anche per la vita di tutti i giorni. Pensiamo ad un bambino che ha difficoltà nel gestire situazioni a lui estranee per esempio all'interno dell'ambito scolastico, ora potrebbe riuscire nel suo intento perché prende come esempio positivo, di riuscita personale il fatto di essere riuscito da solo a galoppare con il cavallo. Tutto questo meccanismo quindi assume una forte valenza educativa che consiste nell'aver saputo rispondere in maniera adeguata ad una paura scoprendo di possedere capacità mai svelate prima perché magari non opportunamente sollecitate nel modo e nel contesto più adeguato.  


sabato 9 gennaio 2016

L'Equitazione integrata

Oggi cari lettori e lettrici voglio porre la vostra attenzione sulla pratica dell'equitazione integrata. Qui sotto vi propongo un pezzo di articolo di giornale della "Stampa" alla fine del quale allego il link completo nel caso vogliate leggere l'articolo integralmente dal momento che ne ho modificato le parti per poter nel migliore dei modi informarvi rimanendo inerenti agli interessi del mio blog. Di seguito commenterò l'articolo.


L’equitazione integrata è nata allo scopo di affiancare con successo le classiche terapie mediche nei pazienti affetti da Sindrome di Down, schizofrenia, autismo, ADHD o pazienti psichiatrici.
Una pratica che  non tutti conoscono, ma che si sta diffondendo a macchia d’olio, è l’equitazione integrata. Non ippoterapia nell’accezione del termine, ma qualcosa di più.
Si fa riferimento all’ippoterapia in quelle situazioni in cui si lavora a livello muscolare e fisioterapico su pazienti con patologie legate alla sfera motoria poiché è reale l’aspetto terapeutico ed è necessario avere una formazione specifica e avvalersi sempre della consulenza di un medico (neurologo, ortopedico).
L’equitazione integrata, invece, pone l’accento soprattutto sull’aspetto psico-emotivo di un paziente.  Perciò, si usa il termine “equitazione integrata” per indicare che attraverso una pratica sportiva e sana come l’equitazione e il contatto con l’animale, il bambino (o anche l’adulto) può apprendere una serie di competenze che possono essere utilizzate anche in altri contesti e ciò può portarlo a integrarsi meglio nell’ambiente circostante.
Questa pratica promette, perciò, di aiutare bambini e adulti affetti da diversi problemi pisco-fisici.
Il fine ultimo di questa pratica, è quello di insegnare a questi ragazzi a essere autonomi, a prendersi cura di un altro essere vivente che è dotato a sua volta di una incredibile sensibilità e di aumentare la loro autostima e senso di auto efficacia.

Il movimento basculante del cavallo stimola la muscolatura della schiena e il sistema nervoso che